giovedì 26 giugno 2014

Il giorno perfetto a Perugia: una visione della mia città.

Quest'inverno ho avuto il privilegio di seguire un laboratorio di scrittura creativa tutto incentrato sulla mia città: vivo, scrivo, immagino, rappresento Perugia. Ho osservato molto, descritto, rielaborato dentro di me molti spazi ed elementi imprescindibili del mio paesaggio interiore ed esteriore. Ieri sera ho assistito all'evento conclusivo del progetto: una produzione teatrale denominata Visioni di città creata a partire dai testi che alcuni cittadini creativi, giovani studenti  e noi partecipanti al corso abbiamo elaborato.
Con la testa piena delle suggestioni ricevute ieri sera: parole, suoni, movimenti, colori che parlano di Perugia mi accingo a trascorrere un giorno perfetto in città con gli immancabili mie bambini! Ed ecco i nostri consigli!

Con questo post partecipo al concorso La battaglia delle Nazioni HRS.

La Perugia perfettà per i piccoli viaggiatori è quella non tradizionale, quella nascosta fra i suoi vicoli ! Un gioco, una ricerca, un nascondiglio, una scoperta!

L'ingresso in città è più originale e divertente se abbandonate l'automobile a Pian di Massiano, zona stadio, e salite con il minimetrò, mezzo di trasporto molto discusso e polemizzato, ma di sicuro impatto nell'immaginario del viaggiatore che si accinge ad entrare a Perugia: irta, aspra, tenace.



All'uscita, al Pincetto, ad accogliervi la luce, il giardino, ampi scenari. Ci si addentra poi in Via Oberdan e al punto informativo in Piazza Matteotti potete cominciare l'esplorazione giocosa con i vostri bambini: procuratevi una mappa cartacea della città, esistono ancora, sapete, orientarsi sarà già un'avventura!


Dopo aver goduto della vista della magnificienza del Palazzo dei Priori e della Fontana Maggiore, volgete le spalle ai fasti del salotto di città e dirigetevi verso il contado settentrionale: il rione di Porta Sant'Angelo.
Fate cercare ai bambini Piazza Danti, passate lungo il fianco della Cattedrale e scendete al vicolo a sinistra Via delle Cantine, non vi potete sbagliare, le vedrete grandiose aprirsi al piano terra di un palazzo signorile, si narra che fossero così abbondanti di vino da spegnerci un incendio nel 1315!

Il solo pensiero vi rende ebbri? Allora preparatevi, perché la vista che vi si aprirà dall'arco di Via Appia, vi lascerà ancora più storditi! E' uno dei più noti punti di vista sulla Conca e borgo Sant'Angelo.


Qui il gioco per i bambini è contare gli scalini, fino alla Via dell'acquedotto. Sono 153, ma tranquilli il nostro itinerario prevede che li compiate solo in discesa!
Ad un certo punto lungo la scalinata sulla destra vale la pena fermarsi a cercare la postierla della Conca. E' un cunicolo, freddo e buio, usato in epoca etrusca come accesso pedonale, in epoca medievale come conduttura dell'acquedotto, ancora successivamente come neviera invernale. Per i bambini è come una caccia al tesoro, si accorgeranno di esserci vicini, avvertiranno una variazione di calore, aria fredda e umida che segnalerà loro la vicinanza della postierla!



Immaginatevi il viaggio affascinante dell'acqua che da Monte Pacciano, arrivava alla Fontana Maggiore lungo questo acquedotto, sul cui dorso oggi noi passeggiamo! E' la via pensile più caratteristica di Perugia! Una delle più divertenti per i piccoli! Si cammina sopra le arcate medievali, le case ai lati hanno accesso alla via con piccoli ballatoi, sembra trovarsi dentro l' illustrazione di una fiaba fantastica. Da quassù scorgi variopinti tetti a tutte le altezze, rigogliosi orti nascosti,  angusti interni abitati da persone di tutte le nazionalità. E' bello ed eccitante!



Giunti in fondo, un giorno a Perugia, non sarebbe perfetto se non si continuasse l'esplorazione di Corso Garibaldi fino al Cassero e al tempietto di Sant'Angelo.

Ma forse sarà arrivato il momento di una pausa pranzo, noi in genere ci fermiamo Dal mi cocco. E qui permettetemi un tocco di dialetto: p'esse sicuri de trovà l'posto saria mejo de prenotà. Il menu è stagionale, fisso, varia giornalmente, costa solo 13 euro comprende un piccolo antipasto, due primi piatti tipici molto abbondanti, (noi oggi abbiamo avuto tagliatelle ( dette anche maccaroni) e gnocchi essendo giovedì), arrosto misto, panzanella, dolce  e liquorino (Vin Santo). Il pane è a la contadina, la torta cotta n'tol testo, la pasta fatta in casa. Vi assicuro che c'arnirete!
Dal mi cocco è un posto storico, inossidabile, frequentato anche da molti perugini, facilmente individuabile al civico 12 di Corso Garibaldi per la presenza di piccoli stickers gialli ovali che tempestano muri, pali, maniglie, porte ogni angolo, segnalando la vicinanza del ristorante!




Dopo una mangiata del genere, non vi azzardate ad imboccare la vicina Via dei Barutoli! Nel nostro dialetto perugino i barutoli sono capriole, ruzzoloni. Si tratta di una delle più scoscese vie a gradini, letteralmente a prova di barutoli!


Meglio rimanere sul Corso Garibaldi e dedicarsi alla sua visita.

Corso Garibaldi ci riserva storie popolari, povere, proletarie, patriottiche e strampalate!

La prima che vi voglio raccontare è quella dell'attiguo bordello di Via del Poeta, qui fino alla Legge Merlin era zona di note case chiuse. Oggi le rimane un po' quel fascino sgarrupato e popolano.

Poi c'è l'ospedale dei Poveri, al numero 84 di Corso Garibaldi. Dalla fine del Duecento fino  a pochi decenni fa, nella sua pregiata sala a 3 navate si trovavano distesi letti per chi non ne aveva.

Corso Garibaldi è una via ospitale, sull'architrave di una casa più in alto fate leggere ai bambini una frase in latino, il cui significato loro non faticheranno ad apprezzare: TVMQVODCVQUE è tua qualsiasi cosa!



Fra queste case semplici nascono e muoiono anche eroi mazziniani e garibaldini: Luppattelli, Miliocchi. Qui si animarono lotte operaie e scioperi, alla ex-fabbrica Saffa che faceva fiammiferi e che si trovava quasi in cima al Corso, presso il monastero benedettino di Santa Caterina, occupato dai primi del Novecento dalla fabbrica. Insomma un borgo guerriero, non a caso, spada alata sopra un fuoco rosso è il simbolo del rione!

Giunti  a questa altezza noi abbiamo deviato per Via della Pietra perché volevamo visitare il complesso del convento di San Benedetto, ora è la sede dell'Adisu, agenzia per il diritto allo studio universitario, ma è stato sede della prima adunanza storica della loggia massonica dei Muratori e svariate altre destinazioni. Il suo campanile è visibile da lontano…e dalla Via dell'Acquedotto Davide lo aveva anche disegnato; lo riconoscerete subito per la sua forma a cipolla.























Si ritorna poi sul tragitto principale, su, su fino all'ultima via, la più lontana: Via Persa.

Ad arricchire il pomeriggio di questo giorno perfetto a Perugia in compagnia dei bambini, la visita alla bottega del liutaio Winfred Mayer.





Basta entrare dolcemente nella sua bottega ricca di tanti piccoli oggetti preziosi e magici e…ascoltare la sua storia. Con molta pazienza illustra come nasce un violino da un tronco d'albero per mezzo delle sue mani. 300 ore di lavoro. Anni di esperienza. Winfried inizia a fare il falegname a 16 anni in Germania, negli anni 80 arriva in Umbria e frequenta una scuola per liutai a Gubbio. Diventa insegnante e la sua passione lo porta a donare il tempo del racconto a chiunque entri per la sua porta. Fa toccare gli strumenti ai bambini, li fa suonare, fa capire come nasce il suono, come si perfeziona. Bisogna conoscere tante discipline per fare il liutaio: l'acustica, la fisica, la chimica, la matematica, la botanica..e chissà quante altre che ignoro!


Il pomeriggio scorre veloce, sul far della sera sarà bello salire sulla torre del cassero di Porta Sant'Angelo, buttare l'occhio ancora oltre, sul limitare estremo di Perugia, fuori dalla cinta muraria, per poi discendere e immergersi nel fascino del Tempio di Sant'Angelo. E' una chiesa posta quassù sulle mura, anche lei a difesa della città, all'angelo guerriero dedicata. E' a pianta circolare, di stile romanico, le colonne interne sono di sicuro riuso, data la loro varietà.





La giornata a Perugia sta per concludersi, si ripercorre a ritroso Corso Garibaldi, senza dimenticarsi di andare a giocare al Parco Sant'Angelo. Si apre una breccia sulle grigie mura e un grande macchia di verde esplode ai nostri occhi. E' un parco su un terreno scosceso, siamo sul vallone del Bulagaio, è fatto a gradoni che si raccordano, faceva parte dell'agro di pertinenza della città medievale coltivato a olivo e orto. Oggi oltre agli olivi è ricco di specie da frutta, fiori, piante aromatiche ..è un giardino profumato, colorato, vissuto, curato da volontari e cittadini.



C'è solo un'ultima chicca che vogliamo consigliare a chi si appresta a trascorrere una giornata a Perugia: Via dell'Oro n. 2. la trovate a sinistra quando sarete di nuovo in fondo a Corso Garibaldi. Come scritto con un dito sulla polvere della targa della via…qui vive felice e beato colui che della vita ne capisce da quando è nato! Si tratta di Vittorio Gorini, morto nel 2006, personaggio eclettico e surreale perugino, libero pensatore, folle creatore…un archetipo collettivo per chiunque sia nato in questa città!

Benvenuti a Perugia!



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