domenica 12 maggio 2019

Diana e Fulmine


940. 534. 5. 652.
E' la collocazione, presso la biblioteca della Casa della Memoria e della Storia, del testo denominato "La storia rovesciata: la guerra partigiana della brigata garibaldina Antonio Gramsci nella primavera del 1944" di Angelo Bitti, Renato Covino, Marco Venanzi.
Sarà il mio battistrada per preparare la consueta camminata resistente del 25 aprile di questo anno.
Questa volta vado sui monti del ternano-reatino per cercare tracce della storia di Gianna Angelini, nome di battaglia Diana.


Sui sentieri della Resistenza l'ho incontrata, non so bene perchè mi sono affezionata proprio a lei fra le donne della Gramsci.
Non sono riuscita a darle un volto...non ho poi avuto molto tempo per cercarla...ho pensato magari non fosse una bella donna fotogenica come la Pahor... e allora l'ho adottata ... ho deciso che sarebbe stata la mia eroina di questo 25 aprile.

Era una maestra. Giovane maestra a Vallunga, piccolo paese dell'appennino nel comune di Leonessa
Collaborava come tante, alla raccolta di cibo e indumenti per i primi che si davano alla macchia. Segnalata.
Costretta alla clandestinità per rimanere fedele a se stessa, antifascista.
Forse un pò più determinata di altre, dal momento che si trova di parte,  ci rimane e si unisce alla banda partigiana che per prima in Italia istituirà, libera, la prima repubblica partigiana d'Italia sul territorio di Cascia.


Sul mio testo di riferimento leggo in merito alla fondazione della Brigata Garibaldina Antonio Gramsci: Gianna Angelini, amministratrice.
Ora che cammino coi miei figli su per questa mulattiera fra Polino e il Salto del Cieco, la vedo, la immagino, cogli scarponi, i calzettoni, una gonna al polpaccio, una borsa di cuoio a tracolla, dentro le carte...i quaderni dei verbali. Una che all'inizio ha fatto la resistenza con carta e penna.



Gianna verbalizza, appunta, schematizza. Gianna costruisce una strategia dettagliata nella sua testa.
E vede tutto chiaro.
E acquisisce forza, coraggio e un giorno prende la parola al Salto. 1 maggio 1944.
Conquista l'attenzione dei maschi. Gianna guadagna stima, Gianna da lì in avanti prenderà parte alle missioni. Imbraccerà un'arma.
Gianna si innamorerà di Mario. Mario Filipponi, Fulmine Filipponi.
Diana e Fulmine.
Arco, luce, arco di luce, azione e visione.
Di morte e di vita artefici.
Ai confini di questi territori segnati
stabiliscono incerta dimora per il loro amore.
Il comandante Pasquale ( Alfredo Filipponi) , li sposerà di fronte ai compagni di brigata.
Dopo la liberazione metteranno a posto la faccenda in chiesa a Piediluco.
A Piediluco Gianna farà la maestra fino alla pensione.



Mentre do vita a questi racconti durante la nostra escursione,  le pendici del Monte della Pelosa si avvicinano e consentono un incontro tra noi e loro, lontani, impossibili. Al di fuori del tempo, nello spazio compresenti.














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