A forza di inventarmi ogni volta una domenica diversa per i bambini, sto imparando molte cose nuove anche io e molte curiosità sulla nostra regione.
Ad esempio, quanti sanno che il Barbanera, il più celebre lunario d'Italia, vecchio più di 250 anni, è nato a Foligno ?
La scorsa domenica abbiamo partecipato ai laboratori creativi organizzati da Inartem presso il Museo dell'Olivo e dell'Olio di Torgiano; in occasione della mostra Il fiore dei tempi - l'Italia che cambia negli almanacchi Barbanera ( 1950 - 1980), i bambini hanno lavorato alla realizzazione pratica di un calendario...un pomeriggio dedicato al tempo, grande protagonista, il tempo che passa, quello che torna e che, a chi saprà coglierlo, potrà mettere a disposizione il suo più bel fiore ( citazione. uff. stampa mostra).
L'introduzione al laboratorio è molto affascinante e ci porta indietro nel tempo di 250 anni ( il primo almanacco uscì dalla stamperia folignate nel 1762) e in una dimensione fantastica a metà fra la storia e la leggenda.
Saggio, filosofo e astronomo. Tutto questo si dice di Barbanera. La figura è chiaramente quella del solitario astronomo-astrologo misuratore del tempo che osserva le stelle per dedurre, dai loro ciclici movimenti, il ritmo dell'anno e le previsioni di pratica utilità.
Sempre ritratto con i suoi strumenti di misura: il telescopio e il compasso, tradizione vuole che Barbanera sia veramente vissuto a Foligno. Cresciuto in una numerosa famiglia, andò giovanissimo a studiare in convento. Ben presto però, spinto da una forte vocazione eremitale, lasciò la vita monastica per isolarsi e dedicarsi alla contemplazione del cielo. D'altro canto già in epoca medievale prima di lui altri, negli stessi luoghi, si cimentavano nella lettura del..futuro...vivendo fra i monti ( da cui la denominazione Monti Sibillini), più stregoni però che scienziati come era invece Barbanera.
La costruzione del nostro calendario procede dopo altre evocazioni sulla luna e le sue fasi, l'arte del coltivare, le feste pagane e religiose, l'alimentazione e qunt'altro gravita attorno al concetto di tempo.
Io seguo le fasi della lavorazione in cui si cimenta Giosuè...
ma la testa mi rimane su questa storia:
Uscito dalla stamperia di Pompeo Campana, con la bisaccia stretta al corpo, il venditore raggiunse con passo rapido Piazza Grande. Brulicante di gente, la Piazza accoglieva quel giorno i banchi della Fiera di Santo Manno. Era il 15 settembre del 1761. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili, l'ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico per lui tanto prezioso. Una giornata calda e limpida aveva infatti spinto compratori e curiosi, di Foligno e di fuori città, a trascorrere alla fiera le prime ore del mattino. La campana della Cattedrale batté le dieci. All'ultimo rintocco un richiamo attraversò l'aria: Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il Discorso generale del famoso Barbanera, per l'anno 1762"…
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