sabato 27 dicembre 2014

Di monti acuti...

Chissà quanti Monte Acuto esisteranno al mondo? Credo tanti, tantissimi…possiamo essere sicuri che molti di quelli che si stagliano semi-isolati con la loro regolare forma di cono su una sottostante valle pianeggiante, si chiamino Monte Acuto o simili denominazioni.

Oggi, 26 dicembre, siamo andati a "scalare" quello nostro, umbro, a nord di Perugia in direzione Umbertide.



La sua accentuata forma aguzza ci fa presagire una bella scarpinata…quasi 700 metri di dislivello. Questa passeggiata la consiglio a chi, con i bambini, è già abbastanza allenato.

Si raggiunge in auto la località San Giovanni del Pantano, dopo il ponte sul fiume Nese si imbocca la prima strada sulla sinistra e si parcheggia alla prima a destra, nei pressi di un casolare.


Qui inizia il percorso, per primo si incontra una torre medievale con attorno degli annessi, un po' usati, un po' abbandonati. Qualcuno ha decorato un alberello nella vecchia aia con strenne natalizie…che ondeggiano al vento come bandiere e brillano al sole…forse è l'alberino di Natale più strano che abbia visto!


Superato questo, si devia in salita per il sentiero 170b a destra fino a giungere ad una cappella, è la cappella di Sant'Angelo, secondo me si chiama così per via del suo allineamento con il quartiere più a nord di Perugia città, Porta Sant'Angelo per l'appunto. 


Poi si continua a salire entrando nel bosco fino a uscire fuori in un pascolo. La cima non la si perde di vista quasi mai…così i bambini mi chiedono: come mai si sposta? Ora senza scomodare il principio di relatività galileiano…riesco a spiegar loro che questo effetto è dovuto al moto relativo fra l'osservatore e il punto osservato senza suscitare troppo stupore nelle loro giovani menti…ed ecco che ci troviamo in un attimo in località Galera. E' un villaggio colonico abbandonato disposto in una terrazza naturale dall'ampio panorama, molto suggestivo. E' il punto perfetto per fare una sosta, ripararsi dal vento gelido, immaginarsi la vita quassù.



Quando si decide di ripartire si può continuare fino a raggiungere la cosiddetta Cima Cerchiaia. Si tratta di un castelliere, di cui la nostra regione è ricca. I castellieri sono insediamenti protostorici, che sfruttavano la presenza di piccoli avvallamenti in prossimità di una cima come misura naturale di difesa. Le fortificazioni sono in genere costituite da aggeri e palizzate di legno. Nei castellieri a muraglione, al contrario di quelli a terrapieno,  le cinte sono costruite con blocchi di pietra e possono mancare sui versanti già naturalmente difesi. Gli accessi possono essere fortificati.
E' abbastanza facile ipotizzare la presenza di castellieri, occorrono, però, degli scavi archeologici per affermare la certezza della loro presenza. Qui sul Monte Acuto, una campagna di scavi ha portato alla luce varie testimonianze che confermano la presenza di un presidio che faceva parte della rete di avvistamento e difesa delle vie di comunicazione che attraversavano il confine tra il territorio etrusco e quello umbro, ossia il fiume Tevere.
Successivamente tra il VI e IV sec. a.C. la vetta di Monte Acuto è divenuta sede di un santuario di altura dedicato a una divinità protettrice delle attività agricole e pastorali. Durante gli scavi svolti dalla Soprintendenza ai beni archeologici nel 1995 sono stati rinvenuti numerosi bronzetti votivi a testimonianza del culto propiziatorio che qui si praticava.




A questo punto è' tempo di tornare indietro…si procede verso sud guadagnando l'ampio crinale che porta alla vetta del Monte Acuto per poi scendere ripidamente al punto di partenza…dai 920 mt della cima ai 300 del pian del Nese.