sabato 25 aprile 2015

Nei boschi la salvezza…ma non per tutti!


Un’escursione nei pressi di Fossato di Vico, sui luoghi dell’eccidio nazifascista del 4 luglio 1944 ai “trocchi” del Borghetto.

Questa escursione è nata mesi fà ... come tesina del corso base di formazione Aigae che ho frequentato lo scorso anno ... e oggi è diventata realtà, grazie alla sensibilità e professionalità della guida cui l'ho proposta: Marco Fazion ... che oggi, 25 aprile 2015, ha deciso di condurre su questi luoghi della memoria un piccolo, ma motivatissimo, gruppo di escursionisti.



La proposta nasce dal mio ormai noto desiderio di conoscere e raccontare, passo dopo passo, le tante piccole grandi storie che sono gravitate attorno alla Resistenza in Umbria: storie di violenze commesse contro la popolazione civile dalle truppe tedesche e dalle forze fasciste loro alleate nei circa dieci mesi (dal settembre 1943 al luglio 1944) in cui è durata l’occupazione nazista e il governo della Repubblica sociale italiana in Umbria.

Avrete capito, insomma, che a questa escursione abbiamo lavorato a più mani ... e più piedi...fra lavoro di ricerca, individuazione preliminare del percorso, sopralluoghi vari.
Il lavoro più grande, certo, lo ha fatto storico che ha recuperato le testimonianze della vicenda, Tommaso Rossi, autore dell'opera Tracce di Memoria. Guida ai luoghi della Resistenza e degli eccidi nazifascisti in Umbria. Ed. Umbra 2013. Opera che noi abbiamo usato come binario per ripercorrere i luoghi e rintracciare nel paesaggio di oggi i segni di una storia di 71 anni fà...
Protagonisti di questa storia che abbiamo voluto ripercorrere oggi sono 3 uomini: Antonio Piccioni, 56 anni 6 figli esperto ex combattente della Grande Guerra, G. Battista Galassi, 37 anni 3 figli contadino, Pietro Mariucci, 20 anni; coraggio e senso di altruismo li spingeranno a mettere a repentaglio la propria vita per salvare il resto della loro comunità.
E’ la comunità di Borghetto di Purello, una frazione del Comune di Fossato di Vico. Quì, lungo la Flaminia, dalla metà di giugno del 44, la vita si fà difficile, il fronte è in avvicinamento e il pericolo dei rastrellamenti nazifasciti sempre più concreto.


Siamo ai piedi del Monte Cucco, e quello che accadrà qui si perpetuerà fino alla fine di luglio, senza soluzione di continuità, in quasi tutti i paesi del versante ovest: Sigillo, Costacciaro, Scheggia.

Questa escursione incide nel territorio del Parco Regionale, siamo sul lembo sud ai confini dell’area parco, ma per una volta vogliamo tralasciare gli aspetti naturalistici, sebbene influenti nello svolgimento degli eventi, e focalizzarci invece sulla storia recente della seconda Guerra Mondiale, così come riecheggia nella memoria collettiva degli abitanti di questo territorio.



La storia ( tratta da Tracce di Memoria - T. Rossi)


Seconda metà del giugno 1944, molti abitanti di Fossato di Vico e sue frazioni, come Purello e Borghetto, decidono di abbondare le proprie abitazioni e trasferirsi con greggi e masserizie in montagna ( il Monte Nofegge), i paesi sono insicuri, i bombardamenti sulle ferrovie e sulle strade principali sono più frequenti, i reparti della Wehrmacht arretrano minacciando la gente con saccheggi e violenze.
La gente si rifugia in montagna in capanne di rami e frasche, in mezzo ai boschi ai lati dei pascoli per i greggi.
Parliamo di circa 100 persone.


Molti uomini sono costretti a fare su e giù, desiderano controllare le case dal rischio del passaggio dei tedeschi e cercano di mandare avanti i lavori agricoli in pianura.
Le persone si sentono al sicuro in montagna, qui non ci sono i partigiani come nelle altre zone limitrofe di Costacciaro ( brigata Monte Cucco) e di Scheggia ( Il Gruppo Patrioti), il pericolo di rastrellamenti antipartigiani non dovrebbe presentarsi.
Arrivano a loro, quassù rifugiati, notizie di uccisioni a poca distanza, amici pastori con cui condividevano questi pascoli in estate, ma anche donne e ragazzi che reagiscono allo spavento.

Il 3 luglio la gente dai trocchi del Borghetto vede i soldati della Wehrmacht cingere da più lati la zona, abbandonare il bivacco a Borghetto e a Purello e salire. La gente del posto chiama trocchi i canaloni che si formano sul terreno per l’erosione dell’acqua. Sono i canali del Fosso Vetorno che qui nasce e scende per gettarsi nel Chiascio.


Mandano qualche ragazzo a controllare, in paese. Pietro Mariucci apprende dai soldati stessi che stavano ad occupare la sua casa che il giorno dopo ci sarebbe stato il rastrellamento. Dà l’allarme, un po’ di gente in montagna scappa, con al seguito il bestiame, ma molti restano non temono il peggio, pensano che essendo disarmati non avrebbero subito la ferocia dei tedeschi.
La mattina successiva, 4 luglio, i tedeschi aprono il fuoco, ma non sono solo a colpire dal sotto, provengono anche dal versante marchigiano, hanno appena concluso altri eccidi in zona Fabriano e ora si riversano su questo lato.
Fanno scendere donne e bambini lungo i trocchi, sotto la guida di Antonio Piccioni, Gian Battista Galassi e Pietro Mariucci. I tre escono dal bosco, si siedono in vista, sul margine dei prati per farsi vedere che sono inoffensivi, senza armi. Ma la pattuglia che li segue, non gli dà nemmeno il tempo di spiegare che stanno conducendo al paese le donne e i bambini e li uccide con una raffica.

La gente che era ancora nelle capanne esce in preda al panico, i tedeschi radunano gli uomini per completare l’opera di esecuzione.
Una ragazza, disperata, risolve la situazione e blocca lo sterminio, si chiama Annetta Micheletti, offre la sua vita di ragazza nubile in cambio della salvezza di due uomini, padri di famiglia, che stavano per essere fucilati.
L’episodio si conclude così, qui ai trocchi, ma prima che i tedeschi se ne vadano dal Cucco ci vorranno ancora altri 10 giorni di violenze.

OGGI il 4-7-1944
TRE INNOCENTI
DALLE ORDE BARBARE
TEDESCHE FURONO
TRUCIDATI

IL SACRIFICIO DEI MORTI
E DEI LORO CONGIUNTI SIA
MONITO ALLE GENTI E VOCE PROPIZIATRICE DI PACE

Questo leggerà, in un semplice cippo, chi vorrà salire fin quassù…





Il percorso

Sono possibili vari itinerari, oggi noi, abbiamo effettuato un itinerario della lunghezza complessiva di circa 8 km e 500 m di dislivello.
Si raggiunge in auto Purello, frazione posta sulla SS3 fra Fossato di Vico e Sigillo. Si prosegue sulla SS3 in direzione Sigillo, fino a Via del Borghetto sulla destra. Si parcheggia a sinistra in un piccolo parcheggio sul lato sinistro della Flaminia proprio in corrispondenza della traversa di Via del Borghetto
Si prosegue a piedi per Via Borghetto fino alle ultime abitazioni continuando in salita per la strada silvopastorale che si addentra nel bosco avviando l’ascesa del Monte Nofegge. Dopo circa 2,5 km ci si ricongiunge, a quota 735, sul sentiero 25 ci condurrà dopo poche centinaia di metri in salita ai pascoli al cui limitare avvenne l'eccidio. Qui si trova un cippo commemorativo. Ci troviamo ai Trocchi del Borghetto. La sovrapposizione di strati calcarei permeabili a strati marnosi non permeabili ha dato origine a queste formazioni denominate Trocchi...piccoli canali formati dall'azione dell'acqua.
Si prosegue sul 25 fino a trovare l'incrocio con la silvopastorale, la si percorre fino a trovarsi ai prati di Nofegge, l'area pascolo più ampia, ove immaginiamo la popolazione del tempo avesse portato le proprie bestie. 



Nel bosco al contorno, immaginiamo le loro capanne, la presenza di una sorgente d'acqua supporta la nostra ipotesi. Marco Fazion durante la perlustrazione dell'area, ha rintracciato il percorso originario che dovevano aver fatto questi pastori e contadini in riparo, durante la nostra pausa pranzo, parliamo, formuliamo ipotesi, ci mettiamo d'accordo per ripetere queste tracce...la prossima edizione della Carta dei sentieri del Monte Cucco 1:25.000  Montemeru Ed. porterà la simbologia di queste evidenze in modo che anche altri possano seguire questo tracciato e individuare il luogo dell'eccidio e la lapide.
Si ridiscende per il sentiero che lambisce la zona pascolo e il bosco fino alla unica diramazione sulla destra che ci ricondurrà a Borghetto ( punto di partenza) lungo la silvopastorale. 




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