martedì 30 settembre 2014

Alle radici del paesaggio umbro

Finalmente, dopo vari tentativi e camminate nei suoi dintorni…sono riuscita in settembre a visitare l'interno dell'Abbazia di Montelabate, di cui ho già raccontato altre cose. L'occasione mi è stata offerta dal Forum Regionale Paesaggio e Geografia 2014.


Ho partecipato al seminario con molto interesse, approfondendo le conoscenze su origine, sviluppo  e ruolo dei monasteri benedettini per il nostro territorio. Una interpretazione del territorio che rimbalza agli occhi di qualsiasi attento osservatore, camminatore paziente, curioso esploratore delle campagne umbre. 

Il tema del monachesimo è una trama per una cultura comune dell'Europa, gli studiosi lo individuano come un fattore che sin dal tempo avrebbe potuto forgiare l'unita dei popoli:
- una regola, una liturgia, un linguaggio, una rete e gli stessi strumenti per documentare, per comunicare, un sistema e una metodologia per amministrare la gestione economica, una autorità centrale politica…ecco da questo ultimo elemento si capisce che la natura della spinta non poteva portarci molto lontano!
Ci ha portato...però… ad una tale esplosione di congregazioni e fondazione di relativi siti benedettini che solo in Umbria erano rimasti incensiti fino al 1997 quando si è avviato qusto lavoro portato a compimento oggi con la pubblicazione "Le abbazie benedettine in Umbria": una bellissima opera per la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dei suoi archetipi. 

Venendo quindi alla vista dell'abbazia, posso vantare di avere avuto una guida atipica, una amica, una al cui fianco sin da bambina ho coltivato il gusto per la scoperta! Non so se sarà contenta di questa presentazione, ma eccola quà!




Mi ha condotto dalla chiesa abbaziale, un'unica navata con ampie volte a crociera su splendidi bianchi costoloni, alla cripta, preziosissima, lasciata inviolata così nel tempo, passando per un bellissimo chiostro duecentesco, su due logge contrapposte ornate dal solito gioco delle colonnine tutte differenti, che solo per fotografare la bellezza dei particolari di queste colonne potresti perderti dall'eccitazione. 



Al primo piano della loggia si accede alla sala del capitolo, questa ancora ornata di dipinti tra cui velocemente riconosco oltre alla Crocifissione e ad una Vergine in trono, anche un San Benedetto con la regola in mano.


E poi passiamo a qualche ambiente maggiormente legato all'aspetto di azienda agricola che era e che è ancora! 


Entro in cantine, possibili stalle, magazzini di un tempo…e trovo anche oggetti della odierna azienda agricola, quasi come se il passaggio fosse avvenuto senza soluzione di continuità, cosa che invece sappiamo non essere stata così: pure qui, l'occupazione napoleonica soppresse l'abbazia e fece espropriare i suoi beni. I monaci poterono tornarci solo dopo il 1815, ma poco dopo, nel 1860 l'abbazia fu definitivamente chiusa. Il complesso fu indemaniato e divenne una fattoria…a cavallo fra le 2 guerre arrivò l'abbandono. Pensate che durante la seconda guerra servì come deposito per le opere d'arte della Galleria Nazionale dell'Umbria e della Biblioteca Comunale!

Nel 56  la acquistò  il sen. Gaslini e oggi, grazie alla Fondazione Gaslini, la possiamo rivedere restaurata e usata pubblicamente!


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