venerdì 22 novembre 2013

Montecorona: una storia del Medioevo in Umbria

Nel silenzio delle abbazie(1) benedettine umbre, si può ascoltare una storia del medioevo un po' meno "romantica" ( passatemi la confusione dei termini..) di quella solitamente conosciuta. Altro che ascesi e preghiera ... io ci sento quasi sempre storie di controllo e autorità su territori rurali strategici in cui le preesistenti strutture sociali, civili ed economiche avevano "bisogno" di un soggetto politico forte ( il clero)…benvenuti nel medioevo in Umbria!

Se questa storia medievale la volete rintracciare nell'attuale paesaggio umbro, dovete visitare Montecorona, nel nord della regione in prossimità di Umbertide.

Io questo posto lo spulcio ben bene da quando andavo a studiare a casa di una mia compagna d'università che viveva proprio in uno dei tanti casali appartenenti alla tenuta dell'abbazia di Montecorona e che dall'anno mille a tutt'oggi ancora produce! Una volta, nel 2000, ci ho portato in visista con l'ex trenino FCU circa 200 ragazzi francesi ... a ripensarci una follia! Comunque a parte la digressione personale, è proprio interessante visitare l'abbazia e camminare per la campagna circostante immaginandosi come questi monaci benedettini dovessero riuscire a far girare l'economia agricola del tempo.

La complessità architetturale ed edilizia della badia con la sua razionale connessione dei numerosi edifici, la vastità della tenuta coltivata a bosco, frutteto, seminativo, oliveto, prato e pascolo, ci fanno intuire che l'organizzazione materiale della comunità dei monaci dovesse essere molto rigorosa, minuziosa e ben disciplinata, parliamo di 2000 ettari di estensione, non dell'orto del frate!
Parliamo di una giurisdizione che nel Duecento aveva raggiunto 21 chiese.

La nostra visita si è articolata fra la chiesa dell'abbazia, la cripta e la campagna circostante. E' una domenica mattina di autunno presto, prestissimo, non c'è anima viva, meglio!

La chiesa è stata consacrata nell'anno 1005, ha una facciata molto semplice, il fianco sinistro è dominato dalla torre campanaria che è molto grande e particolare: la base è a pianta circolare, dicono che risalga ad epoca longobarda, poi c'è una sezione a 11 lati ed infine la parte più alta è ottagonale.

L'interno è effettivamente suggestivo e vi si possono individuare molti elementi strutturali tipici dell'architettura romanica negli archi, nelle colonne e pilastri e nelle volte.
Vi sono tre navate, al centro della grande navata un mastodontico ciborio con bassorilievi nei 4 frontoni che mi sembrano risalire ad un 'epoca addirittura precedente a quella di fondazione della chiesa, ci sono scolpiti elementi vegetali intrecciati e dei pavoni, animale dalla simbologia molto complessa nei vari culti sia pagani che cristiani.
Al di sotto della zona presbiteriale si trova, una cripta, seminterrata di cui colpisce indubbiamente la varietà dello stile delle colonnine che sorreggono le crociere, classico esempio di riuso da preesistenti edifici magari pagani o paleocristiani.
Nelle vicinanze dell'abbazia si trova anche il relativo eremo, costruito  a 700 m s.l.m  nel  secolo XVI dai Camaldolesi susseguitisi ai Benedettini nella gestione del complesso dell'abbazia. In alto per pregare, in basso per amministrare le proprietà! Per raggiungere l'eremo occorre percorrere un sentiero mattonato lungo 5 km in salita, noi decidiamo di perlustrare la tenuta di pertinenza dell'abbazia rimanendo in piano, maggiormente attratti dalla dimensione economica del fenomeno monachesimo in Umbria.
Così percorriamo la strada del Sasseto che corre lungo i campi coltivati delimitati lungo l'altro lato dal Fiume Tevere. Questi poderi dell'abbazia presentano la classica conformazione dell'unità fondiaria elementare della società medievale, giunta inalterata fino al dopoguerra. Sono presenti le strutture necessarie per produrre, vivere, conservare: i campi, il casolare, la rimessa, la stalla, e poi per incrementare la produttività ecco che ci sono i vigneti, i frutteti, le piantagioni legnose, le opere d'irrigazione ( in un muro di uno dei casali scorgo una placchetta di metallo che porta l'iscrizione dell'ente autonomo d'irrigazione anno 1967/68). La conduzione di questi poderi deve essere avvenuta secondo lo schema classico medievale faudale dove in questo caso a fare da feudatario era l'ente monastico. Oggi i casali sono tutti abbandonati dagli anni 60, tranne quello della mia amica come dicevo, mentre le terre sono coltivate dalla società Saia agricola.
E insomma fra incastellamenti e appoderamenti ... si spiega il medioevo in Umbria e  scorre la nostra storia fino alla generazione precedente alla mia, quando la famiglia contadina di trasforma con lo spostamento dei propri membri in altri settori produttivi. Ma in questa parte della nostra regione, la campagna non si è urbanizzata di tanto ed è subentrata appunto una grande azienda agraria orientata al mercato e non alla sussistenza della famiglia contadina. Passiamo di fronte al famoso pescheto della tenuta, senza poterne apprezzare il gustoso frutto…dato che è autunno!  Tanto, anche fosse stata estate, numerosi cartelli portano l'ammonimento: VIETATO RACCOGLIERE I FRUTTI CADUTI A TERRA. Che peccato!
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Sulla mappa digita: Colle di Montecorona

(1) Nel silenzio delle abbazie. Proposte di visita al patrimonio abbaziale deI territorio della provincia di Perugia, Assessorato al Turismo della Provincia di Perugia, Perugia, 2004

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